Depositare un brevetto è l'unico modo, valido internazionalmente, per proteggere il lavoro di un progettista.
La Niarb ha sempre fatto ampio uso di brevetti, dato che la sua principale attività riguarda il campo delle innovazioni.
Sin dall'inizio della sua azione, la Niarb suggerì ai suoi clienti (fabbricanti di macchine) un approccio nuovo circa il modo in cui le loro aziende avrebbero dovuto gestire le innovazioni per ricavarne il maggior vantaggio economico.
Negli anni 60 l'approccio Niarb poteva sembrare rivoluzionario.
Oggi è invece universalmente accettato, come dimostra un'ampia ricerca pubblicata recentemente dall'Economist (Feb. 20-26, 1999).
Prima di guardare alcuni brevetti Niarb, ci sembra utile considerare i risvolti economici derivanti dalla adozione aggressiva delle innovazioni.
Allo scopo useremo anche gli argomenti e i dati dell'Economist:
Uno dei molti disegni allegati nei brevetti Niarb che descrivono il rivoluzionario rasatore estensibile "full Floating".
L'innovazione sta diventando la religione del ventesimo secolo.
Il mondo degli affari la considera ormai fattore chiave per incrementare i profitti ed il mercato.
I governi se ne servono quando cercano di stabilizzare l'economia.
Nel mondo che conta, la filosofia dell'innovazione, ha sostituito il linguaggio del dopo guerra del "welfare" economico.
Si può addirittura dire che l'innovazione è diventata la nuova teologia che unisce sia la destra che la sinistra politica.
Ma in cosa consiste precisamente l'innovazione è difficile da dirsi, e ancor più difficile da misurarsi. Si considera innovazione un nuovo modo per creare un prodotto migliore.
Ma è innovativa anche la sostituzione di un materiale più economico o un modo più redditizio di fare del marketing , distribuire o sostenere un prodotto o servizio ecc. ecc.
Gli imprenditori, che sono quelli che maggiormente promuovono l'innovazione, raramente si soffermano ad analizzarla. La maggior parte di loro si accontenta di sfruttare l'aumento di profitto che essi ricavano dal cambiamento che l'innovazione produce, generando un aumento della domanda o un nuovo modo di sfruttare il mercato.
Se una industria farmaceutica si mette a fabbricare la sua versione di una nota pillola contro l'ulcera non fa che sfruttare il fatto che il brevetto di un concorrente è scaduto. Questo può essere un buon affare, ma non è innovazione!
Uno dei primi brevetti, messoci a disposizione da un vecchio partner, del 1958
L'innovazione vera non solo rompe i vecchi schemi, ma produce anche profitti molto superiori dei normali "buoni affari".
Le aziende che operano con un alto grado di innovazione, hanno due cose in comune; la prima è quella di "coltivarsi" quegli individui che sono motivati dal denaro, potere e fama o semplicemente dalla curiosità e dal desiderio di successo personale.
La seconda è che non aspettano che le nuove idee arrivino, bensė le inseguono sistematicamente.
Esse cercano attivamente il cambiamento (l'origine di tutte le innovazioni) poi, una volta individuato, ne viene attentamente valutato il potenziale profitto economico o sociale.
La cosa strana è che amministratori, accademici e imprenditori hanno invece prestato sempre più attenzione alle forme di innovazione più rischiose (ossia quelle che sfruttano le scoperte scientifiche di base) anzichè a quelle innovazioni più semplici e pratiche dalle quali è più facile trarre profitto.
Questo strano comportamento può essere spiegato forse dal fascino della ricerca di base, ma, più probabilmente, dalle grosse somme di danaro pubblico che i governi mettono spesso a disposizione delle università o delle ditte che fanno ricerca e sviluppo di base
sotto forma di finanziamenti diretti, oppure indirettamente con crediti di imposte.
Le teorie economiche di un tempo enunciavano che se si aggiungono successivamente uguali porzioni di capitale ad una data forza lavoro o se si aumenta il numero di lavoratori correlati ad un determinato capitale, si ottengono aumenti di produzione sempre più modesti.
Questa teoria venne chiamata legge del "decremento della produttività".
Ben presto ci si accorse che si trattava di una pura teoria economica:
Nel mondo reale le cose accadono diversamente.
Per esempio, se la legge del decremento della produttività avesse funzionato come in teoria, non si spiega come mai il reddito degli investimenti in America, Europa e in Giappone, sia risultato più alto nella seconda parte del ventesimo secolo che non nella prima.
Inoltre, se questa teoria economica fosse applicabile anche in pratica, non si spiega come mai il divario di reddito tra una nazione ricca e potente ed una nazione povera, non tende a diminuire, ma anzi, spesso aumenta.
Secondo questa vecchia teoria, quando la quantità di capitale disponibile cresce di più di quanto non cresca la forza lavoro, cosa che si è verificata nei paesi industrializzati a partire dalle seconda Guerra Mondiale, il rendimento di ogni porzione addizionale di capitale immesso nel sistema va man mano a ridursi, ma ciò non e mai accaduto e quindi in pratica nella formula di questa legge teorica dell'economia mancava certamente qualcosa!
Un interessante disegno tratto da un brevetto Niarb, il quale mostra l'applicazione di un rasatore "semi-flottante" equipaggiato con un sistema di controllo entusiasmante delle cocle.
Le moderne teorie economiche (ma la Niarb lo sosteneva già mezzo secolo fa), spiegano che quel "qualcosa" che manca nella vecchia formula è il progresso tecnologico di conoscenza, in parole povere: l'innovazione.
Secondo questo più moderno modo di interpretare le leggi dell'economia, è proprio l'innovazione che produce quella crescita aggiuntiva che non si può attribuire all'incremento di capitale e/o di lavoro.
Quindi, in pratica anche se il reddito degli investimenti diminuisce quando si aggiunge più capitale all'economia, qualsiasi decelerazione di crescita viene più che compensata dall'"effetto-leva" prodotto dall'innovazione.
In altre parole, è l'innovazione, più che l'incremento di capitale (o di forza lavoro), che fa girare il mondo!
D'altro canto però gli imprenditori hanno già da tempo capito che ogni processo innovativo e un'operazione tutt'altro che semplice e recentemente sembra che anche gli studiosi comincino a rendersene conto.
I governi invece, sembra continuino a considerare l'innovazione come una specie di "condotta forzata": se si immette del danaro nella bocca di entrata della "condotta" (rappresentata dalle ricerche di base eseguite dalle università o da laboratori nazionali), i governi si aspettano che dall'altra estremità del tubo ne esca un incremento notevole di nuove applicazioni tecnologiche e commerciali.
Ciò accade raramente.
Le scoperte scientifiche portano solo qualche volta a utili tecnologie con le quali gli imprenditori sviluppano prodotti innovativi:
(Per esempio tutta l'industria elettrica si è sviluppata originariamente partendo dalla dimostrazione (Michael Faraday nel lontano 1831) del principio della induzione elettrica.)
Assai più frequentemente accade invece che le teorie scientifiche restano più indietro rispetto all'innovazione pratica.
L'esempio più classico a questo proposito fu il volo dei fratelli Wright nel 1903, che risultò inspiegabile ai fisici che si occupavano della meccanica dei fluidi, fino a che Ludwig Prandtl non mise a punto i suoi studi al riguardo in Germania nel 1930!
Un altro esempio fu quello portato da Wiliam Shockley che dovette elaborare una teoria degli elettroni e dei relativi "buchi" nei semiconduttori, per spiegare come mai funzionavano i transistori che lui ed i suoi colleghi avevano costruito e fatto funzionare presso i laboratori della Bell.
Nella vita reale, il processo innovativo si forma in una specie di "culla originale" dove si intersecano una moltitudine di informazioni vecchie e nuove.
La pagina qui sopra mostra uno dei vari suggerimenti sviluppati dalla Niarb per convincere il "Quartire Generale" delle aziende che una innovazione dirompente puo modificare radicalmente il mercato a favore di una VERA innovazione tecnologica.
A tutti piace la figura dello inventore solitario che dopo aver sviluppato la sua idea in un garage la vende ad una grande azienda e diventa miliardario.
Tutti simpatizzano per il piccolo imprenditore intrepido che cerca capitali coraggiosi per far partire la sua attività, ma queste romantiche figure rappresentano ruoli marginali nell'ampio teatro della moderna innovazione.
Le invenzioni di maggior successo nascono, maturano e vengono commercializzate dopo essere state spinte e forzate attraverso le maglie di organizzazioni solidamente costituite, generalmente grandi aziende.
Le persone che si guadagnano il pane, svolgendo questo lavoro di introduzione (per esempio la Niarb) non si possono definire "imprenditori" ma piuttosto "guastatori".
Per queste persone non è tanto un problema trovare il finanziamento per portare avanti un progetto a cui credono, quanto l'ottenere il "semaforo verde" dai quartieri generali delle grandi aziende destinate a mettere in fabbricazione poi a sfruttare economicamente il nuovo prodotto.
Come riesce una azienda a lanciare un prodotto che funziona cinque volte meglio di quelli fino ad ora esistenti, o costa la meta a produrlo?
Salti di qualità o di prestazioni di questa entità si ottengono raramente "spremendo" ancora un po' i disegni già esistenti.
Né tanto meno emergono ascoltando solo i suggerimenti dei clienti (che generalmente segnalano miglioramenti marginali per prodotti già noti).
Anzi, una macchina veramente rivoluzionaria, non è di solito vista di buon occhio dai normali clienti perché può "disturbare" il loro solito tran-tran di lavoro.
Le VERE invenzioni nascono quasi sempre da un totale ripensamento del progetto.
Talvolta esse saltano fuori andando a rispolverare vecchie idee che erano state scartate in passato. Spesso queste idee si coltivano grazie alla testardaggine di certi ingegneri che si rifiutano di abbandonarle e, contro il parere di tutti, continuano a svilupparle di nascosto. Far saltare fuori innovazioni rivoluzionarie è cosa completamente diversa dallo studiare e sviluppare miglioramenti incrementativi. Per qualsiasi azienda il miglioramento continuo dei prodotti è necessario. Ma raramente consente da solo di conquistare nuovi mercati o addirittura di garantire la sopravvivenza.
Oggigiorno tutti distinguono tra le cosiddette "tecnologie di supporto" che forniscono il graduale miglioramento dei prodotti, e le "tecnologie dirompenti" che consentono il lancio di prodotti veramente nuovi.
Uno studio statistico dei fallimenti di grandi aziende ha recentemente dimostrato che in quasi tutti i casi esaminati il collasso di una azienda era stato provocato da qualche innovazione "dirompente" lanciata sul mercato da una azienda sua concorrente. Il transistor per esempio, fu negli anni 50' una tecnologia "dirompente" a danno dell'industria fabbricante delle valvole termoioniche.
Il personal Computer (P.C.) fù probabilmente la più "dirompente" di tutte le innovazioni dei tempi più recenti. Considerato inizialmente da tutti come un giocattolo, è riuscito da solo a devastare completamente l'industria degli elaboratori spingendo persino la grande IBM sull'orlo dell'abisso.
Accade così che anche aziende di grande successo (e specialmente quelle che vanno a gonfie vele) spesso trascurano, a loro rischio e pericolo, innovazioni radicali che vengono loro proposte.
E' vero che non è possibile far saltare fuori innovazioni "dirompenti" con la bacchetta magica, ma è anche vero che le grandi industrie possono creare le condizioni affinchè le innovazioni radicali si sviluppino e vengano loro sottoposte per la successiva messa in fabbricazione e commercializzazione. Ed è in questo che la Niarb diventa un partner ideale!
Una sezione trasversale schematica di un modo di esecuzione di una stabilizzatrice semovente brevettata dalla Niarb, che utilizza il rivoluzionario sistema di sospensione a pistone singolo.
Una cosa è certa: tutte la grandi innovazioni richiedono di essere seguite e curate per un lungo periodo, talvolta fino a 25 anni ed oltre.
Un così lungo periodo di "incubazione" crea talvolta problemi con i relativi brevetti, la cui protezione dura sempre meno di 20 anni. Intorno ad una invenzione radicalmente nuova la Niarb è stata perciò costretta spesso a creare una costellazione di brevetti aventi scadenze concatenate per garantire una sufficiente protezione nel medio e lungo periodo.
Gli inventori "guastatori" sanno perfettamente che bisognerebbe iniziare con circa 3000 idee brillanti per finire con 4 programmi innovativi accettabili da cui estrarne uno veramente valido e commerciabile.
La prima cosa da fare, quindi, è creare una cultura industriale che permette alle idee di sbocciare.
"Bisogna baciare molte rane per trovare un principe" dice un vecchio detto inglese, gli industriali accorti sanno che "beccare un principe compensa molti viscidi baci".
Per commercializzare un'idea con successo, bisogna passare attraverso parecchie fasi di sviluppo, una più complessa dell'altra (vedi figura 4).
Gli inventori di successo sono d'accordo che almeno il primo gradino del processo innovativo non può essere gestito come un "business" tradizionale.
Una mentalità da burocrate uccide sul nascere anche la migliore e più travolgente idea innovativa.
Per questa ragione è ormai da tutti accettato il fatto che l'ambiente nel quale le innovazioni devono venire alimentate e nutrite deve essere culturalmente, se non geograficamente, ben separato dagli uffici dell'azienda.
Un trucco utilizzato con successo da alcune aziende, è quello di creare l'equivalente di quella pionieristica "officina-prototipi" posta in essere con gran segretezza per ragioni belliche dalla Lockheed nel 1940.
Gli ingegneri della Lockheed che lavoravano in questo piccolo laboratorio segreto, (con annessa officina) furono tenuti rigorosamente separati da ogni contatto esterno salvo che con i più alti dirigenti della società e furono lasciati liberi se non incoraggiati ad infrangere i regolamenti interni quando era necessario, non solo, ma erano anche autorizzati ad ignorare le procedure ufficiali richieste dal Pentagono.
Normalmente questo è il momento meno idoneo per depositare un brevetto. La Niarb lo fa molto prima investendo maggiormente capitale e know-how.
Da questa "officina-prototipi" uscì una serie incredibile di aeroplani-spia e di bombardieri supersonici tanto avanzati da stabilire nuovi standard per prestazioni e caratteristiche, che risultarono disponibili in tempi assai brevi e con budget di spesa inferiori al previsto.
L'aspetto più vantaggioso delle "officine-prototipi", realizzate secondo le recenti filosofie delle aziende più avanzate è, dicono gli esperti, la loro indipendenza da qualsiasi forma di burocrazia.
Spesso gli "inventori" che lavorano in una "officina-prototipi" hanno il permesso di trasformare i loro progetti in piccoli "business" senza dover ricorrere ai vari dipartimenti di produzione, marketing e finanza della casa madre.
Fu così che l'IBM, ingolfata da una burocrazia cristallizatasi intorno alla fabbricazione di mastodontici elaboratori per i suoi grandi clienti, riuscì a irrompere in un settore di mercato molto più snello come quello dei PC (Personal Computer) ed a sopravvivere, mentre altri suoi concorrenti nel frattempo dovettero soccombere.
Per fare ciò, però, la IBM dovette creare (a Boca Raton in Florida) una "officina - prototipi" indipendente che fosse la più lontana possibile, geograficamente e culturalmente dal suo "quartiere generale" di Armonk (New York).
Riassumendo, la Niarb fu fondata per diventare la "officina - prototipi" di tutti.
Tutti i fabbricanti di macchine edili e stradali che hanno bisogno di un "serbatoio di cervelli" indipendente che sia capace di trasformare rapidamente in macchine funzionanti idee radicalmente nuove possono considerare la Niarb come un partner ideale da affiancare ai propri uffici tecnici.
La Niarb, inoltre, sviluppa di propria iniziativa nuovi impianti e nuove macchine che meglio risolvono i problemi posti dalle più recenti tecnologie e/o in base delle informazioni che i suoi tecnici raccolgono continuamente sui cantieri di tutto il mondo, cosicchè i fabbricanti di macchine, rivolgendosi alla Niarb possono spesso mettere le mani su progetti già pronti facenti parte dell'ampio "magazzino" innovativo che si è venuto accumulando durante gli ultimi decenni, grazie ai continui studi che la Niarb ha portato avanti autonomamente.
Diamo ora uno sguardo alla lunga lista dei brevetti Niarb, menzionando solo alcuni dei titoli più interessanti e mostrando alcuni dei relativi disegni.
E' sottinteso che i brevetti attualmente coinvolti in trattative con la nostra clientela non vengono rilevate per ovvie ragioni di opportunità.
... continua...